
TURBO GIOIE E DOLORI
Negli anni 80 scoppia la mania del turbo, una parola magica che subito diventa sinonimo di potenza nella mente degli appassionati. E non è solo la Formula Uno ad alimentare questo mito: persino le normali automobili in vendita iniziano a essere equipaggiate con il turbocompressore anche quando non sono modelli prettamente sportivi.
Spegnere con cautela
Quando i primi propulsori sovralimentati sono arrivati sul mercato, ci si è subito scontrati con una loro debolezza. Poteva capitare che, dopo un impiego gravoso, magari una corsa in autostrada, ci si fermava in Autogrill e lì avveniva qualcosa di disastroso. A motore fermo, infatti, l’olio non circolava più e l’enorme calore accumulato dal turbo lo cuoceva, creando depositi carboniosi che finivano per ostruire i passaggi del lubrificante. L’imperativo categorico, dunque, diventò uno solo: mai spegnere subito l’auto, ma lasciarla andare al minimo per qualche minuto in modo da far raffreddare gradualmente gli organi del motore.
Se succede oggi, c’è DIPA
Oggi, generazioni di motori (e automobilisti) dopo, è più difficile che accada quanto abbiamo descritto, ma succede ancora. Cattiva manutenzione, impiego di lubrificanti di bassa qualità e un uso poco accorto dell’auto possono compromettere la salute del turbocompressore. In DIPA ci occupiamo da anni di revisionarli, sia delle vetture sia dei truck e veicoli commerciali. Nel processo di revisione, dopo accurate verifiche sostituiamo tutti i pezzi sottoposti a usura, controlliamo gli accoppiamenti e le tolleranze dimensionali e riportiamo le prestazioni e la durata pari al nuovo. Come facciamo ad affermarlo? Ogni turbocompressore, prima di lasciare i nostri laboratori, deve superare un test al banco e se fallisce viene rivisto dal principio. Per gli incontentabili, poi, abbiamo a listino anche una gamma di turbo nuovi. Insomma, in DIPA ci sono tutte le soluzioni per ogni tua esigenza.